5. GLI ULTIMI DEPOSITI
MARINI
Circa
14 milioni di anni fa, il clima diventò più freddo, e il mare si approfondì
ulteriormente, depositando le Marne di Mincengo,
ancora indistinte dalla Pietra da Cantoni nel territorio trevillese.
In base ai fossili ed alle rocce di questo
periodo, si deduce che il mare nelle nostre zone rimase più o meno profondo fino alla
fine del Miocene.
Questo intervallo di tempo è testimoniato dalle
Marne di S. Agata Fossili (Tortoniano;
circa 11-7 milioni di anni fa) e dal
Complesso Caotico della Valle Versa
già Gessoso-Solfifera
(Messiniano;circa 7-5 milioni di
anni fa). Le due unità sono segnalate sui versanti della valle del Rio Molino, nella parte ovest del territorio comunale trevillese e al confine con il comune di Cereseto. Come in altre zone monferrine, non sono facilmente distinguibili tra loro, essendo entrambe costituite da marne ed argille,
spesso coperte da vegetazione o da coltivazioni.
I depositi marini più recenti (11-5
Ma), rappresentati dalle Marne di S. Agata Fossili (colore arancione) e
dal Complesso Caotico della Valle Versa
(colore rosa), affiorano solo lungo la Valle del Rio Molino.
Sul resto del territorio Comunale sono
stati probabilmente erosi nel corso del Pliocene e del Quaternario.
In rosso tratteggiato, i limiti comunali (A. Frixa)
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Le
Marne di S. Agata Fossili (Tortoniano) sono composte da marne ed argille grigio-azzurre, mal stratificate e bioturbate, a foraminiferi planctonici ben conservati e bentonici, caratteristici di un ambiente di scarpata sottomarina.
Il
Complesso Caotico della Valle Versa (Messiniano),
già
"Gessoso-Solfifera", è un'unità geologica complessa che risente dell'inizio della formazione delle colline monferrine.
Nella località tipo, è costituita da brecce a blocchi di diversa natura, contenuti in una matrice argillosa a foraminiferi planctonici. Tra i blocchi sono da segnalare quelli formati da gessi (tipici della Formazione "Gessoso-Solfifera" di molte aree italiane e mediterranee).
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Valle del Rio di Coda Lunga nei pressi del sentiero CAI 713
Pietra da Cantoni ricoperta dalle Marne di S.Agata Fossili tortoniane
e dal fluviale quaternario (A. Frixa, 2005)
La fonte di Treville nell'agosto 1979 |
I gessi (minerali costituiti da zolfo e calcio) sono legati alla particolare storia geologica di questo periodo.
Nel Messiniano
(7-5 milioni di anni) si verificò, infatti, la cosiddetta "crisi di salinità" del
Mediterraneo, ancora oggi dibattuta tra i geologi.
In base a questa teoria, il Mediterraneo rimase isolato
dall'Atlantico, per la momentanea chiusura dello Stretto di Gibilterra,
causata dai movimenti tra le zolle Africana ed Europea. Il livello del
mare si abbassò, aumentò l'evaporazione dell'acqua marina e la sua
salinità e sui fondali marini si depositarono gessi e sali, che
ritroviamo ovunque nell'area mediterranea.
L'esistenza della
Fonte Solforosa di Treville indica che il gesso è presente anche nel sottosuolo trevillese
e/o in quello dei paesi confinanti.
Le acque, scorrendo in profondità e risalendo in
superficie, sciolgono i gessi e si arricchiscono in zolfo, assumendo
il classico odore di "uovo marcio", che fino al periodo bellico si
sentiva anche in paese. |
A causa di successivi lavori di ristrutturazione,
la fonte perse questi "profumi" e la sua portata diminuì via via,
fino ad azzerarsi, tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni
'90.
Dal 2006 la fonte è in fase di ristrutturazione da
parte di privati. |
La fonte di Treville nell'autunno 2005 |
La suggestiva visione
autunnale del parco della fonte sulfurea trevillese,
ripulita, da erbacce
e rovi che la "soffocavano" da molti anni (2005) |