Il Sentiero Ecologico N.
713 della Provincia di Alessandria è stato
ideato dal trevillese Primo Pigozzo e da
Antonio Rota del CAI; ha una lunghezza di 7 km, indicato molto chiaramente
sul territorio da frecce e bandierine bianche e rosse, ed è percorribile in circa 2 ore e mezza.
Prima di iniziare "il cammino", segnaliamo un
paio di cose riguardanti la prima parte del percorso (fino ai
resti dell'ex Mulino di Treville).
Nella mappa riportata in questa pagina troverete un tracciato diverso da
quello "ufficiale", pubblicato su "Camminare il Monferrato", tabelloni e depliant
illustrativi. Questo nuovo tracciato è più fedele del precedente al reale
percorso del Sentiero 713 segnato sul territorio (vedi anche descrizione del Sentiero 713 bis in
questo sito).
Per poter ampliare la
descrizione pubblicata sul noto e utilissimo volume "Camminare il
Monferrato" (Ed. "Il Monferrato"), qui utilizzata come filo
conduttore del
discorso, abbiamo raccolto in paese, aneddoti, storie, elucubrazioni e
testimonianze legate al sentiero stesso (grazie per questo a Primo Pigozzo, Severina Tardito Spina,
Salvatore Santagata ed Erlindo Vietina).

Sant'Ambrogio e, in primo piano, Piazza
Devasini o del "peso pubblico" (A. Frixa, 2003)
Comunque, tranquilli !!! Seguendo le numerose frecce e le bandierine rosse e
bianche, disseminate tra colline e valli trevillesi è impossibile perdersi anche senza mappa.

Piazza Devasini o "del peso pubblico" (A. Frixa,
2004)
Detto questo possiamo partire dal piazzale della chiesa
Parrocchiale di S.Ambrogio.
La Parrocchiale è situata a 310 m di altezza sul livello del mare, uno dei
punti più
panoramici
del Basso Monferrato.
Da qui la vista può spaziare sulle colline e pianure circostanti, fino
all'arco alpino.
Grazie al potente cannocchiale panoramico
(vedi pagina dedicata) installato
di fronte alla Parrocchiale, di giorno si possono
cogliere i minimi dettagli del paesaggio circostante, mentre di notte si
possono vedere stelle, pianeti e satelliti.
Attraversando la parte più
alta del paese, per Via Marconi, via Roma (sulla sinistra) e Via
Circonvallazione (sulla sinistra) si scende in Piazza Devasini o "del peso pubblico",
luogo che da molti anni ospita la Festa del Paese (seconda metà di
luglio).
Da
qui (a destra del tabellone che pubblicizza il sentiero) si imbocca la
strada sterrata che scende in direzione Cascina
Palude. In
breve tempo si giunge al "Pozzo della Magnesia", già buona acqua
sorgiva, ora in disuso. Poco più avanti la stessa acqua sgorga a livello
del sentiero nel "fontanino".
In questi luoghi gli
abitanti di Treville, fino agli anni 50, attingevano l'acqua per usi
domestici, mentre i ragazzi, nel periodo 1948-1955, muniti di secchielli pieni di magnesia
(comprata nel negozio della Rosina), si sedevano sul prato antistante e
mischiavano acqua e magnesia per fare l'acqua frizzante. Da questo fatto
deriva il nome recentemente dato al pozzo da Primo Pigozzo, uno degli
Autori del Sentiero.
NB. Attualmente il Pozzo della Magnesia non è
raggiungibile a causa degli eventi franosi che nel 2008 hanno interessato
i versanti di questa valle, mentre del fontanino rimane ben poco.

il pozzo della "Magnesia" nei pressi della
Cascina Palude com'era nel 2005 (A. Frixa)
Raggiunta una fresca
valletta (Valle del Rio di Coda Lunga), il sentiero risale il crinale a
Nord, di fronte al paese, costeggiando i curatissimi vigneti della tenuta Vicara,
fino a raggiungere sul crinale la Strada Provinciale 32. Ed ecco
che davanti a noi sbuca improvvisa l'antica chiesetta di San
Quirico (vedi pagina dedicata) del sec. XII, che con grande devozione e sacrifici i Trevillesi
hanno sempre cercato di mantenere in buone
condizioni. Ora un contributo della Comunità Europea permette di
intervenire in modo più consono all'importanza del monumento.
Il Sentiero che risale verso San Quirico (A. Frixa, 2004)

La pieve romanica di San Quirico
(A. Frixa, 2004)
Altri
vigneti, coltivati alla perfezione, fanno da quinta al panorama che ampio
si apre sull'imbocco della Valle Cerrina e in distanza, maestosa,
la cerchia delle Alpi con il Monte Rosa in primo piano.
Durante il cammino emergente
sempre
l'imponente ed elegante sagoma della Chiesa Parrocchiale di
Treville quasi un grande e sicuro faro per i viandanti. La
Parrocchiale è tenuta in grande considerazione per l'orientamento "a vista" dai
piloti degli aerei da turismo.
Lasciato San Quirico,
sempre lungo la SP 32, si giunge nel rione Crosa. Qui, nei pressi della
Cascina Crosetta, le frecce bianche e rosse del sentiero ci indicano di
svoltare a
sinistra, per cui lasciamo la SP 32. Scendiamo lungo il sentiero sterrato
inidicato e ci ritroviamo nella valle che avevamo costeggiato fino a San
Quirico (dove scorre il Rio di Coda Lunga). Giriamo a destra e la
costeggiamo (in direzione ovest) fino a raggiungere la valle del Rio
Molino, perpendicolare ad essa (direzione N-S). Svoltiamo a sinistra e
dopo pochi passi ci troviamo nella zona delle Fonti del Roncheiz e
ai Bolli per la canapa.

le Fonti del Roncheiz tra gli equiseti (sinistra), venivano
utilizzate per allagare i bolli (destra)
Qui, grandi estensioni di equiseti ci
dicono quanto umida e fresca sia questa zona. Tra la vegetazione e in
mezzo al bosco vicino alla fonte, si
intravedono ancora i numerosi "bolli": fosse circolari scavate nel terreno
utilizzate per la macerazione delle piantine di canapa che qui venivano
coltivate.
I bolli appartenevano (anche in comproprietà) a varie famiglie trevillesi. Erano alimentati dalla fonte del Roncheiz.
Fino al periodo bellico, gli abitanti di Treville
venivano a questa fonte, con carri trainati da buoi, per far provviste di
acqua per usi domestici ed agricoli.
Svoltando a sinistra si
costeggia un torrente particolarmente ricco di acqua fresca e scrosciante
(il Rio Molino) che dona all'ambiente una nota di particolare
interesse. Lungo una diramazione artificiale del rio si possono ammirare
ancora i resti dell'antico mulino ad acqua di Treville. L'edificio, ora
completamente smantellato, fu abitato fino agli anni 60. Del mulino
rimangono i due sostegni, in mattoni, della ruota.

i resti dei sostegni della ruota dell'ex Mulino di Treville, lungo
una deviazione del Rio Molino
.. e quello che restava nel 2005 della Fonte Solforosa (A. Frixa)
Continuando il sentiero, si arriva all'entrata della "Fonte Sulfurea", che dopo
anni di completo abbandono è, stata restaurata da privati, a partire dal 2007. Curiosando tra i vialetti che ancora
rivelano l'antico tracciato si sente che non tutti gli echi di musiche,
risa e canti di gioventù sono spenti.
Incamminandosi sulla strada Ducale
e deviando prima a sinistra e poi a destra in salita si arriva al Bric
della Croce, alla sommità del quale è collocata una piccola stele con
una croce in ferro.
Su questo luogo e sul suo significato non sono
stati trovati documenti
negli archivi comunali. Quello che invece si
tramanda è il ricordo di un'antica processione attraverso i campi e
(coincidenza) lungo il Percorso 713, alla quale partecipava tutto il popolo trevillese (ai tempi più
di 600 persone). Dal Bric, posto
da cui si domina un vasto territorio, il parroco benediceva i campi e
chiedeva protezione per il raccolto. Questo fatto avveniva ogni 31 maggio,
giorno di Santa Petronilla. In Lombardia le
croci fuori dai paesi ricordano spesso le pestilenze del '300 (lazzaretti,
cimiteri, ...). Alla peste potrebbe essere legato anche questo luogo, ma
come detto prima non esistono documenti scritti né tradizioni orali che lo
confermino.

il Bric d'la Crus
Lasciato il "Bric d'la
Crus", la strada diventa asfaltata e si giunge in Regione Serra,
dove si può ammirare una cappelletta votiva dedicata a Sant'Anna, all'incrocio
di quattro vie. Da qui si sale
in paese nel Rione 'Nsisa, passando a fianco della
Chiesa
di S. Giacomo, altro antico
luogo di culto di Treville.
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